Alluvione Emilia Romagna: indicazioni per le domande di integrazione salariale

L’INPS fornisce istruzioni in merito alle modalità di presentazione delle domande per l’accesso al trattamento ordinario di integrazione salariale (CIGO), di assegno di integrazione salariale, nonché di cassa integrazione speciale operai agricoli (CISOA), da parte dei datori di lavoro colpiti dall’alluvione (INPS, messaggio 10 maggio 2023, n. 1699).

Il Consiglio dei Ministri, nella seduta del 4 maggio 2023, ha deliberato lo stato di emergenza per la Regione Emilia–Romagna a seguito degli eventi metereologici che, a partire dal 1° maggio 2023, hanno colpito il territorio delle Province di Reggio-Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna e Forlì-Cesena.

 

Pertanto, l’INPS informa che i datori di lavoro che hanno sospeso o ridotto l’attività lavorativa nelle unità produttive collocate nelle predette realtà territoriali possono presentare le domande di CIGO e di assegno di integrazione salariale utilizzando la causale “Incendi – crolli – alluvioni” (che rientra tra quelle riferibili al verificarsi di eventi oggettivamente non evitabili – cosiddette EONE), e non devono dimostrare gli effetti che l’evento ha determinato sull’attività produttiva dell’azienda. Conseguentemente, la relazione tecnica relativa alla citata causale deve descrivere sinteticamente la tipologia delle attività lavorative svolte nelle unità produttive oggetto della domanda e attestare l’avvenuta sospensione.

 

Si ricorda che le domande devono essere presentate entro la fine del mese successivo a quello in cui l’evento si è verificato.

Inoltre, l’informativa sindacale non è preventiva ed è sufficiente per i datori di lavoro, anche dopo l’inizio della sospensione o riduzione dell’attività lavorativa, comunicare alle rappresentanze sindacali aziendali (RSA) o alla rappresentanza sindacale unitaria (RSU), ove esistenti, nonché alle articolazioni territoriali delle associazioni sindacali comparativamente più rappresentative a livello nazionale, le cause di sospensione o di riduzione dell’attività lavorativa, nonché la durata prevedibile del periodo per cui è richiesto l’intervento di integrazione salariale e il numero dei lavoratori interessati.

Con particolare riferimento alle imprese del settore edile e lapideo – sia industriali che artigiane – le stesse non sono tenute a effettuare la menzionata informativa sindacale per le richieste riferite alle prime 13 settimane di integrazione salariale, sussistendo l’obbligo solo per le istanze di proroga dei trattamenti con sospensione dell’attività lavorativa oltre le 13 settimane consecutive.

 

Nelle ipotesi in cui i datori di lavoro colpiti dalla violenta perturbazione meteorologica non abbiano potuto riprendere l’attività lavorativa neanche al cessare dei fenomeni medesimi, in ragione del persistere della situazione di impraticabilità dei locali, la domanda di CIGO e/o di assegno di integrazione salariale può essere presentata con la causale “Impraticabilità dei locali anche per ordine di Pubblica Autorità” allegando il verbale o le attestazioni delle Autorità competenti che accertino detta impraticabilità, il cui possesso può essere autocertificato dal datore di lavoro nella relazione tecnica che accompagna la domanda.

 

In ordine al requisito della ripresa dell’attività lavorativa, i datori di lavoro interessati possono indicare nella prima richiesta di trattamento con la suddetta causale una data di ripresa basata su ragionevoli previsioni che tengano conto del termine delle operazioni di messa in sicurezza dei locali, di verifica del funzionamento e dello stato di agibilità degli arredi, dei macchinari e degli impianti, dell’attività di pulizia e smaltimento delle acque e dei fanghi, nonché della valutazione di eventuali rischi addizionali. Qualora detta data non possa essere rispettata per motivate ragioni, il datore di lavoro può chiedere una proroga del trattamento di integrazione salariale in corso senza pregiudizio della domanda già presentata.

 

I datori di lavoro colpiti dagli eventi alluvionali, che avessero già inviato la domanda di accesso ai citati trattamenti utilizzando una differente causale, dovranno annullare la suddetta istanza e presentarne una nuova secondo le indicazioni contenute nel messaggio in oggetto. I datori di lavoro tutelati dal FIS e dai Fondi di solidarietà bilaterali dovranno altresì indicare, nel campo note della procedura di trasmissione della domanda di assegno di integrazione salariale, che la nuova istanza “annulla e sostituisce la domanda con Prot. NNN”.

 

Infine, l’INPS precisa che, per richiedere il trattamento di CISOA previsto dall’articolo 8 della Legge n. 457/1972 in favore degli impiegati e operai agricoli con contratto di lavoro a tempo indeterminato dipendenti da imprese site in comuni dichiarati colpiti da eccezionali calamità o avversità atmosferiche, i datori di lavoro interessati dovranno presentare, con le consuete modalità, un’apposita domanda con la specifica causale “Calamità naturali o avversità atmosferiche – cod. evento 08 (art. 21, comma 4, L.n.223/1991)”.

 

D.L. n. 51/2023: nuove date per la Rottamazione quater

Sulla Gazzetta Ufficiale del 10 maggio 2023, n. 108, è stato pubblicato il decreto-legge 10 maggio, n. 51. tra le numerose disposizioni, prevista la proroga dei termini della rottamazione quater.

Con la pubblicazione in Gazzetta del decreto-legge 10 maggio 2023, n. 51, è stata ufficializzata la proroga di termini legislativi, già preannunciata dal comunicato del Consiglio dei ministri del 4 maggio 2023, n. 33. Nello specifico, all’ interno del citato decreto, cosiddetto “Omnibus”, è l’articolo 4 ad occuparsi della proroga dei termini in materia fiscale, apportando modifiche all’articolo 1 della Legge n. 197/2022, commi 232, 233, 235, 237, 241 e 243.

 

Tali modifiche prevedono in materia di definizione agevolata dei carichi affidati agli agenti della riscossione che il pagamento dei debiti risultanti dai singoli carichi affidati agli agenti della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022 possa essere effettuato:

– in unica soluzione non più entro il 31 luglio 2023, ma entro il 31 ottobre 2023; 

– ovvero nel numero massimo di diciotto rate, la prima e la seconda delle quali, ciascuna di importo pari al 10% delle somme complessivamente dovute ai fini della definizione, con scadenza rispettivamente il 31 ottobre, invece che il 31 luglio, e il 30 novembre 2023 e le restanti, di pari ammontare, con scadenza il 28 febbraio, il 31 maggio, il 31 luglio e il 30 novembre di ciascun anno a decorrere dal 2024.

 

Con riferimento alla manifestazione della volontà di procedere alla definizione, la data entro la quale dovrà essere resa è il 30 giugno 2023, e non più il 30 aprile 2023, e potrà essere integrata entro la stessa data. Inoltre la comunicazione da parte dell’agente della riscossione delle somme dovute potrà avvenire entro il 30 settembre 2023 e non più entro il 30 giugno.

Risulta, inoltre, posposta al 31 ottobre 2023, dal 31 luglio, la data alla quale le dilazioni sospese saranno automaticamente revocate.

Infine il decreto specifica che le disposizioni di cui all’ articolo 37 comma 2-bis lettera c-bis) del D.Lgs. n. 241/1997, riguardo alla trasmissione in via telematica all’Agenzia delle entrate dei dati contenuti nelle schede relative alle scelte dell’8, del 5 e del 2 per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, si applicano a partire dalle dichiarazioni relative al periodo d’imposta successivo a quello in corso alla data di entrata in vigore del decreto-legge n. 73/2022. Fino al periodo di imposta in corso a tale data, i dati contenuti nelle schede continuano a essere trasmessi con le modalità e secondo i termini stabiliti dall’articolo 17, comma 1, del decreto del Ministro delle finanze n. 164/1999.

Per concludere l’articolo 4 prevede che le elezioni del Consiglio di Presidenza della giustizia tributaria vengano indette entro 15 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto e che le stesse si svolgano entro il 30 settembre 2023.

CIPL Edilizia Industria – Ferrara: determinato l’Elemento Variabile della Retribuzione per il 2023

Erogazione dell’EVR per il personale di Settore

Il Verbale di Accordo siglato in data 5 Aprile 2023 tra Ance Emilia Area Centro, Cna Costruzioni di Ferrara, Confartigianato di Ferrara, Legacoop Estense sede di Ferrara, Confcooperative della Provincia di Ferrara, Aggi Emilia Romagna e Feneal-Uil di Ferrara, Filca-Cisl di Ferrara, Fillea-Cgil di Ferrara, prevede che, le Parti, ai fini della determinazione dell’EVR, verificheranno l’andamento congiunturale del settore della Provincia di Ferrara, avvalendosi dei seguenti indicatori registrati in Cassa Edile:
a) Numero lavoratori iscritti in Cassa Edile;
b) Monte salari denunciato in Cassa Edile;
c) Ore complessivamente denunciate in Cassa Edile;
d) Numero imprese iscritte in Cassa Edile aventi sede legale nella provincia di Ferrara.
Le verifiche relative all’erogazione effettuata durante l’anno corrente, si sono svolte contestualmente alla sottoscrizione del presente Verbale di Accordo, mentre quelle concernenti alla corresponsione negli anni 2024 e 2025, avranno luogo entro il mese di febbraio di ciascun annualità.
La disamina degli indicatori in fase di verifica, sarà effettuata sulla base delle loro medie triennali, nell’ambito di un quadriennio complessivo ed inoltre, le Parti attribuiscono a ciascun indicatore un peso pari nella misura del 25% del totale.
Le Parti Sociali determineranno altresì, l’Importo territoriale, mensile ed orario, dell’EVR per ogni livello retributivo nella misura corrispondente alla somma dei pesi percentuali degli indicatori positivi applicata agli importi indicati nelle tabelle sottostanti.

 

Livelli E.V.R. 2023 Impiegati (Valori mensili) E.V.R. 2023 operai (Valori orari)
8 83,32
7 65,23
6 58,71
5 48,92 0,28
4 45,66 0,26
3 42,4 0,25
2 38,16 0,22
1 32,61 0,19

 

Livelli E.V.R. 2024 e 2025 Impiegati (Valori mensili) E.V.R. 2024 e 2025 operai (Valori orari)
8 91,32
7 71,63
6 64,47
5 53,72 0,31
4 50,14 0,29
3 46,56 0,27
2 41,9 0,24
1 35,81 0,21

Qualora solo un indicatore risulti positivo, il datore di lavoro provvederà al pagamento dell’EVR nella misura equivalente al 50% dell’Importo territoriale dell’emolumento in questione risultante dalle verifiche dell’andamento congiunturale del settore. Se invece nessun indicatore risulti positivo, il datore di lavoro non dovrà pagare alcunché.
Nei casi in cui quest’ultimo per effetto di verifiche aziendali negative o parzialmente positive, ritenga di non dover pagare l’EVR, o di doverlo pagare in misura ridotta, è tenuto a inviare, entro il 31 maggio 2023 per la verifica relativa all’erogazione dell’emolumento del medesimo anno, nonché entro il 31 marzo per le verifiche relative alle erogazioni dell’EVR 2024 e 2025, apposita comunicazione alle Rsa/Rsu se presenti, ed alle OO.SS. firmatarie e alla Cassa Edile. La comunicazione deve contenere le risultanze della verifica da cui deriva il mancato o ridotto versamento dell’EVR. In assenza di questa entro i termini indicati, il datore dovrà comunque provvedere al pagamento dell’EVR nella misura equivalente all’Importo massimo risultante dalle verifiche dell’andamento congiunturale del settore.
L’Accordo prevede anche che l’EVR se dovuto in base alle verifiche territoriali e aziendali, dovrà esser erogato per i mesi effettivi di lavoro, da aprile a dicembre compresi ed ai lavoratori in forza nel medesimo periodo. Per le corresponsioni relative all’anno 2023, le quote di competenza delle mensilità di aprile e maggio, se dovute, saranno versate unitamente alle retribuzioni relative ai periodi di paga di giugno e luglio ed alle quote di competenza dei medesimi mesi. Ed ancora, il Verbale specifica che, le eventuali giornate di ferie retribuite e permessi retribuiti nel corso dei mesi di versamento, non avranno effetti sul calcolo dell’emolumento, venendo pertanto considerati equivalenti a giornate lavorative.
Nel caso di attività lavorativa a tempo parziale, l’importo dell’Elemento Variabile della Retribuzione territoriale sarà determinato in proporzione all’orario di lavoro, mentre questo sarà escluso da ogni istituto retributivo indiretto o differito, ivi compreso il Tfr, nonché da percentuali e maggiorazioni contrattuali, essendosene già tenuto conto nella determinazione della misura del medesimo.
Da ultimo, le Parti stabiliscono che, la corretta applicazione del presente Accordo da parte delle Aziende, costituisce condizione per poter accedere alle agevolazioni contributive e alle eventuali aliquote contributive ridotte previste dai contratti collettivi nazionali e territoriali, ai fini dei versamenti Cassa Edile. A tal proposito, esse dovranno altresì dichiarare a questa, in concomitanza alle normali denunce relative ai mesi da aprile a dicembre, l’avvenuto pagamento degli importi dell’EVR erogato sia ai dipendenti operai, sia ai dipendenti impiegati. Ed infine, gli importi dell’Elemento Variabile della Retribuzione, non costituiscono imponibile contributivo Cassa Edile.

Lavoro in somministrazione e stagionalità: criteri e possibilità

L’Ispettorato fornisce chiarimenti sulla eventualità che un’Apl possa fornire personale a tempo determinato nell’ambito delle attività stagionali (INL, nota 26 aprile 2023, n. 716).

L’INL è intervenuto in materia di somministrazione di lavoratori a tempo determinato per attività di tipo stagionale da parte di un’Agenzia per il lavoro. L’indicazione dell’Ispettorato, sollecitata dall’Associazione Italiana delle Agenzie per il Lavoro, rammenta innanzitutto la specifica previsione di cui all’articolo 34, comma 2, del D.Lgs. n. 81/2015, secondo il quale “in caso di assunzione a tempo determinato il rapporto di lavoro tra somministratore e lavoratore è soggetto alla disciplina di cui al capo III, con esclusione delle disposizioni di cui agli articoli 21, comma 2, 23 e 24”, attinenti alla disciplina del cosiddetto “stop and go“, al numero complessivo di contratti a termine e ai diritti di precedenza. 

L’INL, quindi, segnala che per quanto concerne eventuali deroghe previste in favore delle attività stagionali – e più in particolare per quanto concerne le cosiddette deroghe numeriche – le stesse devono trovare la propria fonte nell’ambito della contrattazione collettiva di riferimento, in assenza della quale trova applicazione l’articolo 31, comma 2, del citato D.Lgs. n. 81/2015 secondo il quale “salva diversa previsione dei contratti collettivi applicati dall’utilizzatore e fermo restando il limite disposto dall’articolo 23, il numero dei lavoratori assunti con contratto a tempo determinato ovvero con contratto di somministrazione a tempo determinato non può eccedere complessivamente il 30 per cento del numero dei lavoratori a tempo indeterminato in forza presso l’utilizzatore al 1° gennaio dell’anno di stipulazione dei predetti contratti”. 

Peraltro, ai sensi dell’articolo 51 del  D.Lgs. n. 81/2015, anche a tali fini rilevano esclusivamente “i contratti collettivi nazionali, territoriali o aziendali stipulati da associazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale e i contratti collettivi aziendali stipulati dalle loro rappresentanze sindacali aziendali ovvero dalla rappresentanza sindacale unitaria”. 

Di conseguenza, è proprio il CCNL applicato dall’utilizzato a dover introdurre discipline specifiche in materia di lavoro stagionale in somministrazione. Ciò appare peraltro confermato dall’articolo 52 del CCNL indicato dall’Associazione Italiana delle Agenzie per il Lavoro, secondo il quale: “Le Parti, nel rispetto del principio di parità di trattamento economico e normativo e con riguardo alla disciplina speciale del rapporto di lavoro a tempo determinato nelle attività stagionali e delle diverse declinazioni delle attività stagionali da parte della contrattazione collettiva, confermano che nella somministrazione di lavoro siano considerate attività stagionali ad ogni effetto di legge e di contratto quelle definite come tali dai contratti collettivi nazionali, territoriali e aziendali applicati dall’utilizzatore, oltre a quelle individuate dal DPR n. 1525/63 e s.m.i.”. 

 

 

 

CCNL Ferrovie dello Stato: erogazione del Premio di Risultato nel mese di giugno

Corrisposto il Premio di Risultato al personale appartenente al Gruppo Fs

Il Verbale di Accordo siglato in data 14 luglio 2022, tra Gruppo Fs Italiane costituito da Fs Italiane SpA, Rfi SpA, Trenitalia SpA, Ferservizi SpA, Italferr SpA, Italcertifer SpA, Fs Sistemi Urbani Srl, Mercitalia Logistics SpA, Mercitalia Rail Srl, FS Technology SpA, Trenitalia-Tper Scarl, Crew SpA, Fs, International SpA, Terminali Italia S.r.l. e Fondazione Fs Italiane e Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl-Ferrovieri, Slm-Fast Confsal e Orsa Ferrovie, prevede uno specifico Premio di Risultato la cui corresponsione è legata ad incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza ed innovazione per gli anni 2022 e 2023.
L’erogazione di tale emolumento, per ciascuno degli anni citati, è condizionata al raggiungimento dell’obiettivo di ability to pay individuato nel 90% del valore budget dell’Ebitda di Gruppo, così come risulterà nel Bilancio Consolidato di Gruppo per anno di riferimento. In caso di mancato raggiungimento del suddetto obiettivo, la corresponsione del Premio verrà azzerata.
L’Accordo in questione ha stabilito anche, che l’importo complessivo lordo del Premio di Risultato per l’anno in corso, è fissato nella misura dei valori di seguito indicati per ciascun livello professionale, al fine di tener conto del diverso apporto professionale con cui i lavoratori interessati hanno contribuito al raggiungimento dei risultati del Gruppo e di ciascuna Società.

Livelli Importi lordi 2022 Importi lordi 2023
Q1 1.200,00 1.300,00
Q2 1.050,00 1.150,00
A 1.000,00 1.100,00
B 950,00 1.050,00
C 900,00 1.000,00
D 840,00 940,00
E 780,00 870,00
F 700,00 780,00

L’ammontare dell’emolumento, potrà poi esser destinato in tutto o in parte per scelta del lavoratore, alle forme di sistema welfare sottoelencate, dalla seconda metà del mese di maggio attraverso la piattaforma Welfare di Gruppo:
Servizi di welfare presente in piattaforma aziendale con scopo di educazione, ricreazione, istruzione ed assistenza sanitaria e sociale;
Fondo Pensione Complementare Eurofer;
Acquisto di pacchetti aggiuntivi dell’assistenza sanitaria integrativa.
Questo verrà altresì incrementato di un contributo a carico dell’Azienda in misura del 10%.
Il suddetto spetta poi ai lavoratori occupati nell’anno di riferimento del Premio nelle Società del Gruppo Fs Italiane, tenendo conto dell’incidenza delle assenze (ad eccezione delle ferie, ex festività, congedo di maternità/paternità, permessi legge n. 104/1992, quarantena, isolamento fiduciario, malattia Covid, donazione sangue, infortunio sul lavoro, permessi sindacali e per gli RLS retribuiti) consuntivate nell’anno del Premio, e non concorrenti al computo dello stesso.
In caso di assunzione o cessazione del rapporto di lavoro in corso d’anno, l’importo spettante a ciascun dipendente verrà riconosciuto pro-quota in ragione dei mesi di servizio effettivamente prestati, con arrotondamento a mese intero della frazione superiore a 15 giorni, mentre per coloro assunti a tempo parziale verrà riproporzionato in relazione alla prestazione resa. Ed ancora, tale emolumento non compete al personale responsabile di microstruttura organizzativa che, nell’anno di riferimento, sia stato interessato dai sistemi di incentivazione individuale, ed altresì, al personale cessato dal servizio a partire dal 1° gennaio 2022, che abbia sottoscritto un verbale di risoluzione consensuale del rapporto di lavoro.
Gli importi del Premio non rifletteranno poi su alcun istituto contrattuale e di legge, e la loro corresponsione per gli anni 2022 e 2023, avverrà rispettivamente con le competenze del mese di giugno 2023 e 2024.
Da ultimo, si comunica anche, che l’importo del PdR verrà incrementato del 10% per ciascun dipendente in caso di zero eventi di malattia, e che, la Legge di Bilancio 2023 ha previsto per tale ammontare una riduzione dal 10% al 5% della tassazione Irpef per l’anno corrente.

San.Arti: è possibile l’iscrizione ai volontari

Gli iscritti in copertura fino a luglio 2023 possono rinnovare fino al 15 giugno 2023

Il Fondo San.Arti, il Fondo di Assistenza Sanitaria Integrativa per i Lavoratori dell’Artigianato, ha previsto la possibilità per i volontari di iscriversi in ogni momento e versare la quota in piccoli importi mensili tramite addebito automatico ricorrente su carta di credito.
Sono considerati volontari: 
– i titolari, soci e collaboratori;
– i coniugi degli iscritti;
– il convivente more uxorio risultante nello stato di famiglia;
– i figli.
Le prestazioni decorrono superati tre mesi di carenza iniziale e con il perfezionamento dell’iscrizione entro il 10° giorno del mese il primo di carenza è quello successivo, con il perfezionamento dell’iscrizione oltre il 10° giorno, il primo mese di carenza è quello dopo il successivo.
Gli importi da versare sono:
25,00 euro mensili per i titolari, Soci e Collaboratori;
10,00 euro mensili per i familiari fino a 18 anni;
15,00 euro mensili per i familiari dai 18 anni compiuti ai 75 anni.
Si specifica, inoltre, che gli iscritti in copertura fino a luglio 2023 potranno rinnovare fino al 15 giugno 2023.

 

CCNL Grafica ed Editoria – Industria: Slc-Cgil e Ansmm verso l’inclusione del lavoro digitale

Le OO.SS. chiedono il riconoscimento dei diritti sindacali per le nuove figure professionali

Lo scorso 18 aprile è stato dato il via alla trattativa per il rinnovo del contratto collettivo nazionale grafico-editoriale, applicabile ai lavoratori e alle aziende editoriali, grafiche e della comunicazione, scaduto lo scorso dicembre.
Come già evidenziato nella piattaforma sindacale e nell’apertura ufficiale del confronto presso il Cnel, la Segretaria di Slc-Cgil ha affermato che è necessario dare riconoscimento al vastissimo mondo delle nuove figure professionali della filiera, le cui competenze sono oggi irrinunciabili per le attività di comunicazione digitale. Il riferimento principale è al mondo dei social media manager, copywriter, graphic designer, caratterizzato dalla mancanza dei più basilari diritti sindacali.
Per tali figure è stato più volte constatato, afferma la Segretaria, l’assenza di una retribuzione dignitosa, di un orario di lavoro (la cui natura flessibile dovuta, ad esempio, alla copertura di eventi live e al servizio di customer care svolto in tempo reale, dev’essere riconosciuta sui piani retributivo, normativo e contrattuale), di ferie e malattia, di misure previdenziali e di welfare. Una condizione inaccettabile, nota la Segretaria, soprattutto alla luce del ruolo di responsabilità loro affidata, ossia la gestione del delicato rapporto tra aziende, organizzazioni, pubblica amministrazione e i rispettivi utenti.
Per tale motivo, Slc-Cgil e l’Associazione Nazionale dei Social Media Manager (ANSMM), hanno avviato un percorso di confronto e dialogo per analizzare le specificità del lavoro che rappresentano ed individuare i possibili percorsi di inclusività contrattuale. L’obiettivo è rendere il CCNL il contratto di riferimento per tutte le lavoratrici e i lavoratori digitali della filiera, esigenza condivisa poi anche dalle associazioni datoriali stipulanti il contratto.
Le OO.SS. hanno affermato in conclusione che è necessario governare i cambiamenti indotti dalla digitalizzazione, contrattando un’organizzazione del lavoro innovativa e sperimentale.

Tari e fabbisogni standard: aggiornamento linee guida

 Il Dipartimento delle finanze ha aggiornato le linee guida interpretative per l’applicazione del comma 653 dell’articolo 1 della Legge n. 147/2013 per supportare gli enti locali che devono approvare i piani finanziari e le tariffe della TARI per l’anno 2023.

Secondo quanto disposto dall’articolo 1, comma 653 della Legge n. 147/2013 a partire dal 2018, nella determinazione dei costi di cui al comma 654, il comune deve avvalersi anche delle risultanze dei fabbisogni standard. Il costo del servizio rifiuti deve essere interamente finanziato dal relativo prelievo, la tassa sui rifiuti (TARI), che può essere declinata anche in termini di tariffa corrispettiva. 

 

Con la deliberazione 31 ottobre 2019, n. 443, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (ARERA) ha definito i criteri di calcolo e riconoscimento dei costi efficienti di esercizio e di investimento, approvando, successivamente, il Metodo tariffario per il servizio integrato di gestione dei rifiuti per il secondo periodo regolatorio 2022-2025 (MTR-2). Il nuovo Metodo prevede l’uso del fabbisogno standard come benchmark di riferimento per il costo unitario effettivo del servizio di gestione dei rifiuti urbani, in particolare per la determinazione del coefficiente di recupero di produttività Xa, nonché per le valutazioni relative al superamento del limite alla crescita annuale delle entrate tariffarie per assicurare il raggiungimento dei previsti miglioramenti di qualità ovvero per sostenere il processo di integrazione delle attività gestite.

 

E’ confermata, in generale, la prassi interpretativa delle precedenti linee guida, secondo cui i fabbisogni standard del servizio rifiuti rappresentano un paradigma obbligatorio di confronto per permettere all’ente locale di valutare l’andamento della gestione del servizio. Il richiamo alle “risultanze dei fabbisogni standard”, infatti, deve essere letto in coordinamento con il complesso procedimento di determinazione dei costi e di successiva ripartizione del carico della TARI su ciascun contribuente. Il DEF ricorda, altresì, che le risultanze dei fabbisogni standard sono a oggi disponibili solo per le regioni a statuto ordinario. 

 

Nello specifico, le linee guida chiariscono che il fabbisogno standard finale di ogni comune è il risultato del prodotto di due grandezze: il costo standard di riferimento per la gestione di una tonnellata di rifiuti e le tonnellate di rifiuti urbani gestite dal servizio.

Per l’individuazione delle “risultanze dei fabbisogni standard” si fa riferimento al “costo standard” di gestione di una tonnellata di rifiuti, calcolato sulla base di un modello statistico di regressione che mette in relazione i costi osservati in un ampio campione rappresentativo di comuni con le rispettive variabili gestionali e di contesto che influiscono sul costo stesso. Per ottenere il costo standard di riferimento di ogni comune, alla stima del costo medio nazionale di riferimento per la gestione di una tonnellata di rifiuti bisogna aggiungere i differenziali di costo relativi alle seguenti componenti: 

– la percentuale di raccolta differenziata;
– la distanza in km fra il comune e gli impianti;
– il numero e la tipologia degli impianti regionali;
– la percentuale di rifiuti urbani trattati e smaltiti negli impianti regionali;
– la forma di gestione del servizio rifiuti;

– i fattori di contesto del comune relativi alle principali caratteristiche del contesto demografico, morfologico ed economico comunale;
– le economie/diseconomie di scala;
– le modalità di raccolta dei rifiuti urbani, distinte in domiciliare o “porta a porta”;
– il cluster o gruppo omogeneo di appartenenza del comune.

 

La variabile “percentuale di rifiuti urbani trattati negli impianti regionali di incenerimento e coincenerimento” deve essere considerata nel calcolo del costo standard anche se non presenta individualmente un impatto statisticamente significativo, in quanto, considerata congiuntamente alle percentuali di rifiuti trattati e smaltiti nelle altre tipologie di impianto, risulta significativa.

Infine, il DEF specifica che le variabili “percentuale di rifiuti urbani trattati negli impianti regionali di trattamento meccanicobiologico” e “raccolta stradale” non compaiono nel modello in quanto già considerate nella quantificazione del costo base come categorie di confronto (benchmark).

Ex Fondo trasporti pubblici: le nuove modalità di comunicazione delle competenze accessorie

Fornite le indicazioni e i termini per la procedura da parte delle aziende (INPS, messaggio 8 maggio 2023, n. 1656).

L’INPS ha reso note le nuove modalità di comunicazione che le aziende dovranno seguire per indicare all’Istituto le competenze accessorie relative all’ex Fondo per la previdenza del personale addetto ai pubblici servizi di trasporto. Infatti, ai sensi dell’articolo 3, comma 2, lettera a), e comma 3, lettera a), del D.Lgs. n. 414/1996, la retribuzione da utilizzare per il calcolo della quota di pensione relativa alle anzianità contributive maturate nel soppresso Fondo sopra citato fino al 31 dicembre 1995 è determinata, con riferimento alla data di decorrenza della pensione, in base alla normativa vigente presso il Fondo stesso.

In particolare, le competenze accessorie della retribuzione devono essere ricomprese nella retribuzione pensionabile qualora abbiano le caratteristiche di spettare con continuità, di essere determinate in misura fissa, anche eventualmente in percentuale della retribuzione, di essere previste per tutti gli appartenenti a una stessa qualifica e di trovare la loro disciplina in accordi nazionali o aziendali o regionali (articolo 5, comma 1, lettera d), Legge n. 889/1971).

Inoltre, ai sensi dell’articolo 17 della menzionata legge n. 889/1971, le competenze accessorie da includere nella retribuzione pensionabile sono quelle effettivamente percepite negli ultimi 12 mesi di servizio, sino a un massimo del 40% di quelle complessivamente percepite dall’agente e assoggettate a contributo negli ultimi 36 mesi di servizio.

Le nuove modalità di comunicazione

L’articolo 10, quarto comma, della Legge n. 889/1971 prevede che entro il 30 giugno dello stesso anno successivo a quello di corresponsione degli emolumenti le aziende debbano trasmettere con modalità telematiche all’INPS l’elenco degli elementi accessori corrisposti al personale dipendente, solo se di nuova istituzione o modificati rispetto a quelli già portati a conoscenza dell’Istituto medesimo.

A questo riguardo, a parziale modifica di quanto indicato nella circolare n. 2/2012, l’Istituto segnala che le aziende interessate, dalla data di pubblicazione del messaggio in commento (ovvero l’8 maggio 2023), devono inoltrare tali comunicazioni, esclusivamente mediante posta elettronica certificata, al seguente indirizzo: dc.pensioni@postacert.inps.gov.it, ovviamente entro il 30 giugno dell’anno successivo a quello di erogazione dei relativi emolumenti.

L’INPS, poi, accerterà la rilevanza ai fini pensionistici dei suddetti compensi e trasmetterà le relative valutazioni, entro il termine di 6 mesi dalla ricezione dell’elenco all’Azienda interessata. Le valutazioni in questione saranno inviate all’indirizzo di posta elettronica certificata utilizzato dall’azienda per la relativa comunicazione, nonché alla Struttura territoriale INPS presso cui l’azienda interessata versa i contributi.

CIPL Edilizia Industria – Latina: definito l’EVR 2023

Dal 1°gennaio al 31 dicembre 2023 la misura dell’EVR è pari al 4% dei minimi in vigore al 13 maggio 2022

L’8 marzo 2023 si sono incontrate Ance Latina e Feneal-Uil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil al fine di verificare gli indicatori territoriali e la conseguente determinazione a livello provinciale della percentuale dell’EVR.
La verifica degli indicatori è stata effettuata raffrontando il triennio 2022/2021/2020 sul triennio 2021/2020/2019 e i quattro indicatori sono risultati positivi e pertanto per il periodo dal 1°gennaio al 31 dicembre 2023 la misura dell’E.V.R., stabilita a livello provinciale nel territorio di Latina corrisponde al 4% dei minimi tabellari in vigore alla data del 13 maggio 2022.
Di seguito gli importi.

IMPIEGATI
Livello  Importi mensili
7°livello 75,79 euro
6°livello 68,21 euro
5°livello 56,84 euro
4°livello 53,05 euro
3°livello 49,26 euro
2°livello 44,34 euro
1°livello 37,89 euro 
OPERAI DI PRODUZIONE 
Livello Importi orari
4° livello 0,31 euro
3°livello 0,28 euro
2°livello 0,26 euro
1°livello 0,22 euro
OPERAI DISCONTINUI 
Livello Importi orari
Guardiani senza alloggio  0,20 euro
Guardiani con alloggio  0,18 euro